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Buddha Bar Presents: Lino Cannavacciuolo / Segesta
Жанр: New Age, Ethnic, WorldMusic
Год издания: 2003
Аудиокодек: MP3
Тип рипа: tracks
Битрейт аудио: 320 kbps
Продолжительность: 54:24
Наличие сканов в содержимом раздачи: да
Треклист:
01. Segesta 6:30
02. Sa Lughe 5:09
03. Abballabba' 4:24
04. Viaggio 5:39
05. Serapis 3:44
06. Memento 5:21
07. Kasba 4:29
08. Danze 3:38
09. Nu' Poco 'e Bbene 4:07
10. Nanadie' 5:07
11. Las Ramblas 6:16
Musicista eclettico e travolgente, dalla tecnica personalissima, in grado di accostare alla sua estrazione classica, e alle sue indiscusse doti compositive, una sperimentazione dei suoni sempre raffinata e discreta, frutto di una continua ricerca di nuovi linguaggi musicali e contaminazioni.
La sua musica è un’esplosione di suoni e colori del Mediterraneo che passano attraverso vibranti virtuosismi, note ipnotiche e potenti, e una presenza scenica capace di travolgere il pubblico lasciandolo senza fiato fin dalle prime note.
Originario di Pozzuoli si diploma al conservatorio San Pietro a Majella di Napoli sotto la guida dei Maestri Giuseppe Prencipe e Angelo Gaudino, manifesta fin da bambino l’interesse per la musica quando, accompagnato dal padre, musicista per "passione", inizia a esibirsi con la banda suonando il tamburo.
A undici anni intraprende gli studi al conservatorio. E’ ancora il padre responsabile di questa scelta, grazie alla conoscenza di un vecchio maestro di musica che lo indirizza verso lo studio del violino.
Il suo debutto da professionista è stato precoce e prestigioso, nel 1981 viene scritturato dalla compagnia di Lucia De Filippo per lo spettacolo "La donna è mobile" con la regia del Grande Eduardo De Filippo; sempre nell’81 con lo spettacolo "Peppe e Barra" avviene l’incontro con l’attore cantante Peppe Barra che si rivelerà in seguito fondamentale per entrambi. Dal 1982 al 1985 si esibisce in varie formazioni orchestrali e da camera.
Dal 1986 al 1988 partecipa agli spettacoli con la regia di Roberto De Simone "Io canto in discanto", "Carmina vivianea", "Cantata di Natale", "Pulcinella" di Strawinsky, "La gatta cenerentola". Collabora col compositore Antonio Sinagra per gli spettacoli di Luca De Filippo. Nel 1990 partecipa a numerosi concerti con la formazione "Media Aetas" diretta da Roberto De Simone. La sua versatilità gli permette di spaziare in diversi contesti musicali infatti dal 1986 al 1994 collabora alle produzioni di Pino Daniele, Claudio Baglioni, Adriano Celentano e Edoardo Bennato.
Nel 1996 riprende la collaborazione con Peppe Barra divenendo l’artefice di una nuova e intensa stagione musicale dell’attore-cantante. Il loro connubio darà vita alle produzioni discografiche e teatrali: "Il borghese gentiluomo", "Guerra", "Mareamare", "Peppe Barra in concerto, "La cantata dei Pastori".
Le numerose collaborazioni non gli impediscono di elaborare progetti individuali, nel 1999 il CD "Aquadia" lo vede compositore, arrangiatore ed esecutore. Questo esordio accolto favorevolmente dalla critica e dal pubblico lo stimolerà a proseguire in questa direzione.
Nel 2002 viene pubblicato il suo secondo lavoro "Segesta". Molto apprezzato dalla critica è stato ristampato dall’etichetta francese George V, inserito nella collana Buddha Bar e distribuito, con successo, in tutto il mondo.
Nel 2004 realizza il concerto e CD "CaNa" un lavoro commissionato dalla "Venice Foundation" ispirato agli affreschi dei Pulcinella di Tiepolo.
Nel 2005 compone, produce e cura gli arrangiamenti del disco "Amargura" della cantante Elena Ledda.
Numerose e prestigiose le collaborazioni con musicisti di diverse provenienze musicali: Tony Levin, Danilo Rossi, Tullio De Piscopo, Gigi De Rienzo, James Senese, Eugenio Bennato, Alfio Antico, Solis String Quartet, Ernesto Vitolo, Savio Riccardi, Antonio Infantino, Daniele Sepe, Don Moye, Joe Amoruso, Luigi Lai, Enzo Avitabile, Fratelli Mancuso, Gigi D’Alessio, Lina Sastri, Toni Esposito, Alan Wurzburger, Gino Evangelista, John Giblin, Jenny Sorrenti, Gabin Debir, Patrizio Trampetti, Dennis Bovell.
Con i suoi spettacoli si è esibito in Italia, all'estero (Russia, Stati Uniti, Francia, Austria,
Belgio, Svizzera, Inghilterrra, Tunisia, Spagna, Egitto) ospite dei più grandi e
importanti teatri e festival.
Negli ultimi anni si è dedicato alla composizione di varie colonne sonore tra cui:
o rai 1 “Giuseppe Moscati” con Beppe Fiorello, regia Giacomo Campitoti
o rai2 “Crimini” con Lina Sastri, regia Stefano Sollima
o rai3 “la nuova squadra”
o documentario “Un Principe chiamato Totò”
o documentario “Un treno per Auschwitz” di Carlo Lucarelli
Ed ha ricevuto vari riconoscimenti tra cui:
o il premio Eti gli olimpici del teatro come miglior spettacolo musicale “la
cantata dei pastori”
o il premio “Capri Hollywood”
Nel 2010 pubblica “PAUSILYPON”, letteralmente “Pausa dalle sofferenze”. Dal
dolore e dalla speranza erompono composizioni epiche interpretate
dall’orchestra sinfonica, scandite dalle voci soliste, sottolineate dal coro, ritmate
dalla band, omaggiate da ospiti illustri e gridate dal suo violino.
Scorre, spesso dimenticata, la musica italiana, vituperata, squalificata, deprivata di ciò che, al contrario, riesce ad esprimere. Spesso cerchiamo "fuori" quelle emozioni che reputiamo "pure" solo se di provenienza esterofila. Spesso ci dimentichiamo che il nostro modo di sentire è completo; spesso dimentichiamo che le nostre emozioni sono studiate e barattate con mediocri dischi costruiti a tavolino con l'unico scopo di vendere per quel po' che la stagione musicale gli consente. Eppure, in mezzo a questo fermento fatto di abiti sgargianti, look inverosimili, contorni luminescenti realizzati per attirare il palato degli "esteti", c'è chi nell'underground sogna la musica come comunicazione e condivisione. C'è chi non si vergogna di far parte di una delle culture più antiche che il mondo conosca, c'è chi non dimentica le proprie origini "sparite", "offuscate", ma pronte a ritornare a manifestare la grandezza e la poesia, ma anche la frivolezza, che solo chi è in grado di abbracciare "la sua stessa carne" sa fare.
Risorge, così, l'antica città di Segesta, baluardo della Sicilia ellenica... troppe volte distrutta... troppe volte riscoperta. Ma chi è Cannavacciuolo? Ma come si fa a vendere un disco di una persona con un nome così... meridionale e napoletano? Che speranze ha sul mercato? Nessuna? No, non è così. Violinista di talento e musicista favoloso Cannavacciolo milita nell'underground napoletano supportando artisti come Barra, Sepe, De Filippo e via di seguito. Il suo violino vibra entrando in profondità, sposando melodia e tecnica, velocità e amore... quell'amore mediterraneo che solo noi riusciamo a comunicare.
Stilisticamente Segesta è una world music contaminata di elettronica, un incontro di tutto ciò che la cultura musicale del sud riesce a donare. Segesta alterna momenti di rammarico e tristezza a tamurriate impastate di 4/4 roccheggianti, a momenti di assoluta introspezione arrivando a sfiorare orchestrazioni degne di film da oscar (come la meravigliosa Memento) fino a raggiungere un'anima di flamenco mescolata al jazz ed al rock. Si passa molto spesso da movimenti che potrebbero far ricordare il nostro Morricone nazionale fino a sposare la melodia dei Madredeus. In ogni situazione svetta sovrano il "tumultuoso" violino di Cannavacciuolo accompagnato dalle percussioni dell'ottimo De Piscopo e da altri grandi della scena partenopea quale Daniele Sepe.
Il disco si apre con la dolcissima e melanconica "Segesta", invitandoci a seguire l'ecclettico violista nel percorso che ha scelto per noi. La musica scorre lenta con voci appena percettibili, quasi voci liriche che sottolineano i passaggi di violino. Il viaggio alla riscoperta di noi stessi è appena cominciato. "Sa Lughe" fa il verso ai Madredeus e come i Madredeus ti impone il silenzio, quel silenzio che ti meraviglia e che ti prega di isolarti dal mondo disturbante. "Abballabà" è una vera e propria tamurriata che scorre mettendoti il ritmo addosso. Segue il violino elettrificato de "Il Viaggio" che ci richiama prepotentemente alla musica partenopea intrisa di lussuriosi ritmi arabeggianti. "Serapis" scorre fondendo l'elettronica fatta di bassi "appesantiti" e percussioni insistenti con la tradizione araba. Il disco innesca "Memento"... favolosa colonna sonora... per la vita. "Kasba" riprende le tradizioni partenopee fondendole ad un armonioso rock viscerale. Il disco prosegue svelandoci danze popolari (in "Danze"), canto tradizionale napoletano misto a chitarre pizzicate in ritmi vagamente samba e flamenco (nu poco e bbene). "Nanadiè" si svela all'ascoltatore in un clima quasi celtico e riflessivo, sino all'inserimento di percussioni africane. Segesta si chiude con "Las Ramblas", pezzo world con uno spiccato carattere jazz fusion.
Disco per poche persone, questo Segesta... disco che pecca di essere una musica troppo "adulta" per essere ascoltata, troppo italica. Ma una riflessione s'impone forte dopo l'ascolto: Segesta viene riscoperta dagli anni sepolti, c'è sempre stata, sta solo a noi ritrovarla in cuor nostro.
Скачать на трекере Lino Cannavacciuolo - Pausilypon
Lino Cannavacciuolo - Ca' Na'
ЗЫ Ночью мой контупер "спит".
Правила, инструкции, FAQ!!!
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